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Telefono 051 812045
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Chiese SS. Venanzio e Filomena, SS. Vincenzo e Anastasio, Beata Vergine del Carmine, Oratorio B. V. Coronella
San Venanzio
I parroci di San Venanzio dal 1600 in poi.
Nome Dal Al Don Tommaso Rondini 1568 1574 Don Francesco Rigosa 1569 1574 Don Simone Gonzaga 1574 1595 Don Flaminio Pandolfi 1595 1623 Don Giovanni Orlandini 1623 Don Givanni Battista Guinetti 1679 Don Annibale Maestrini 1680 1697 Don Giovanni Maria Cremonini 1697 1710 Don Giuseppe Castagnoli 1710 1718 Don Antonio Melotti 1718 1726 Don Ippolito Cassiano Parma 1726 1748 Don Angelo Michele Parma 1748 1754 Don Domenico Maria Frassini 1754 1774 Don Andrea Garavini 1774 1814 Don Domenico Nanni (in supplenza) 1814 1817 Don Giulio Righetti 1817 1835 Don Giosafatte Bertacchini 1836 1864 Don Gaetano Pasquini 1864 1913 Don Luigi Zamboni 1914 1959 Don Pio Cavallina 1960 1986 Don Andrea Astori 1986 1998 Don Giampalolo Trevisan 1998 2012 Don Matteo Prosperini 2012 2021 Don Marco Malavasi 2021
Storia
Attorno all'anno Mille la località di S. Venanzio si trovava leggermente spostata a nord-ovest di quella attuale, nell’odierna via Piatesa, all’altezza delle vie Castello e Guazzatoio dove, nel corso del XIV secolo, la famiglia Piatesi di Bologna costruì un castello e dove, vi era la chiesa dedicata a S. Venanzio.
Proprietaria della chiesa era l'abbazia di Pomposa e la giurisdizione dell'abbazia su detta chiesa terminò prima del 1336, quando non riceve più visite da parte dei suoi monaci.
In seguito la chiesa di San Venanzio entrò a far parte della Diocesi di Bologna e venne inserita sotto la giurisdizione della vicina pieve di San Vincenzo fino alla fine del XIX sec.
Il 19 marzo 1751, la disastrosa "rotta della Panfilia" con conseguente inondazione del territorio circostante rese impraticabile la chiesa e il castello. Perciò la sede parrocchiale fu spostata nel piccolo oratorio di proprietà della famiglia Degnadini dedicato a S. Anna. L’oratorio fu in più occasioni ristrutturato fino a diventare una chiesa con tre altari.
Nel 1839 il parroco don Giosafatte Bertacchini fece costruire, dalla ditta Giuseppe Brighenti, il campanile ancora oggi esistente, e nel 1843 lo dotò di quattro campane.
L’attuale chiesa di S.Venanzio fu costruita in tre anni dal parroco don Gaetano Pasquini, che la portò a termine nel 1876, dopo aver demolito l'oratorio di Sant'Anna, in condizioni precarie, e troppo piccolo per poter contenere i fedeli durante le sacre funzioni.
A seguito del terremoto del 2012 la chiesa venne chiusa ed in seguito restaurata e riaperta al culto il 16 giugno 2019.
La chiesa attuale (riaperta nel 2019, dopo i restauri post terremoto del 2012) è l’ultima versione della parrocchiale di S. Venanzio, costruita fra il 1874 e il 1876 dall’architetto Giuseppe Brighenti, su commissione dell’allora parroco don Gaetano Pasquini, che è ricordato nella lapide sulla controfacciata anche in qualità di decoratore della chiesa.
A navata unica con cappelle laterali, ha il presbiterio inquadrato da quattro colonne e spalancato con effetto scenografico, grazie al fatto che le ultime due cappelle hanno la stessa altezza degli archi del presbiterio.
La pala dell’altare maggiore, che raffigura la Madonna, il Bambino e i Santi Venanzio e Sebastiano, eseguita da un pittore centese, Antonio Guandalini (1833), è compresa all’interno di un apparato architettonico, vago ricordo del Barocco.
In due cappelle laterali si trovano opere del pittore locale Alessandro Maccaferri (1857-1925): S. Antonio Abate e S. Filomena; quest’ultima è una copia della pala eseguita nel 1839 da Antonio Muzzi per la chiesa della SS.ma Trinità di via Santo Stefano a Bologna. Nelle altre due cappelle, i due altari sono dedicati al Ss.mo Crocifisso e alla Madonna del Rosario.
Secondo i documenti conservati nell’archivio parrocchiale, il fonte battesimale sarebbe l’unico arredo superstite dell’antica chiesa che si trovava accanto al castello della famiglia Piatesi: la vasca di marmo rossiccio presenta un rilievo abraso che lascia intravedere appunto lo stemma della famiglia bolognese.
Arte
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